Export: il Veneto è la prima regione in Italia a ripartire




L’occhialeria di Belluno (+15%), la concia di Arzignano (+14%),il tessile e l’abbigliamento di Treviso (+32%) e l’oreficeria di Vicenza (+8%). I 4 distretti veneti della filiera della moda sono tra i primi 10 in Italia a segnalare le migliori performance in termini di export, nel secondo trimestre dell’anno.
 
Il dato, dal monitor trimestrale sui distretti industriali di Intesa Sanpaolo, fotografa i migliori trend del paese su cui si sono concentrati gli occhi degli acquirenti stranieri. Con il +10%, il Veneto di fatto diventa la prima regione per crescita delle esportazioni distrettuali, salite nel secondo trimestre del 2015 di 500 milioni, un valore che è circa un terzo dell’aumento complessivo italiano. “Siamo le regioni che per prima sono partite perché abbiamo intercettato la domanda di nuovi mercati e puntano su un Made in Italy tecnologicamente all’avanguardia” afferma Stefano Micelli direttore scientifico della Fondazione Nord Est al Corriere della Sera.
 
Il distretto Arzignano (Vi), specializzato nella lavorazione della pelle, produce il 51% del fatturato nazionale e si è particolarmente distinto in Polonia, Vietnam, Stati Uniti e Cina, mentre Belluno, con il ricercatissimo design dei suoi occhiali da sole, ha mostrato un nuovo balzo in America ed è riuscito ad accrescere ulteriormente la quota di mercato in Cina e nel Regno Unito. Visto che investire e credere sulle potenzialità dei distretti alla fine paga, la Regione ha pensato bene di far nascere uno nuovo di zecca a Venezia: il Distretto della Ricerca con oltre mille ricercatori e 2 mila dipendenti. Potrà contare su oltre 50 milioni di euro l’anno per progetti innovativi.
 
Questo clima di fiducia generale si è subito riflesso sul mercato interno che, per la prima volta dopo anni, mostra segnali di ripresa.
 
“Quest’anno i consumi interni della Regione potrebbero aumentare del 3%”, aggiunge Micelli all’intervista rilasciata al Corriere della Sera. Lo dimostrano anche tutti gli indici del rapporto di Veneto Lavoro, che lasciano ben sperare per il futuro. “Il Pin, in crescita dell’1% (contro il +0,7% nazionale), potrebbe aumentare fino al+1,6% nel 2016, mentre la produzione industriale, che cresce nel secondo trimestre di quest’anno dell’+1,7%, secondo Prometeia a fine 2015 potrebbe registrare un aumento dell’export del 7%” si legge.
 
L’embargo russo, “ha pesato molto sulle nostre pmi che però hanno saputo riconfigurare rapidamente la geografia dell’export,mentre Job Act e incentivi hanno contribuito a stabilizzare la manodopera in modo significativo”. Entrando proprio più nel dettaglio dei dati, risulta che la Regione Veneto è l’unica in Italia a dimezzare quasi tutti gli indici del mercato del lavoro. Si sono ridotti i tavoli di crisi aziendale, passati dai 1.118 del 2014 ai 630 del 2015, scendono i licenziamenti collettivi da 8 ai 4 mila, calano le domande d’indennità di disoccupazione, mentre si stabilizzano i giovani, visto che aumentano i contratti a tempo indeterminato. “Con il 6,6% del tasso di disoccupazione, siamo secondi solo alla provincia di Bolzano e secondi in Europa dopo la Germania” continua il docente. “Soffre però anche il settore delle costruzioni. Molte case, costruite prima della crisi, sono rimaste invendute, mentre “una certa vivacità si registra negli acquisti degli edifici di classe A e B”. Quello che a questo punto gli industriali del Nord Est chiedono al governo è far partire al più presto gli investimenti infrastrutturali. Come l’Alta velocità Milano – Trieste e la Pedemontana che collega Vicenza a Treviso.


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